Mattone anti-crisi: modello bonus anche per l’iter autorizzativo
Apertura del Governo al “modello bonus” anche in riferimento ad altre forme agevolative e ai temi più urgenti per la filiera immobiliare.
A rivelarlo è stato il sottosegretario Mario Turco che, nel corso delle Giornate Re Mind per l’Abitare nell’emergenza, ha parlato di una possibile estensione delle agevolazioni per migliorare l’efficienza energetico-ambientale e la messa in sicurezza degli immobili, rendendo più efficienti i processi amministrativi di autorizzazione. Il sottosegretario ha anche ribadito la collaborazione del Governo con Abi, Ania e Re Mind Filiera Immobiliare, nonché con le imprese e i professionisti di questi comparti, per indirizzare la ripresa economica.
Oltre a quella di Turco (sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Programmazione economica e agli investimenti), le Giornate Re Mind hanno visto anche la partecipazione di importanti esponenti del mondo assicurativo, bancario e immobiliare, uniti nel dare vita, secondo le stesse parole di Paolo Crisafi (presidente Re Mind-Filiera Immobiliare), a un dialogo proattivo e inclusivo tra tutte le parti interessate al rilancio dell’Italia, per gettare le basi per un innovativo ed efficace programma di politica economica per le filiere edilizia e immobiliare.
Il tema più urgente emerso dai lavori è quello del Dl Semplificazioni che, oltre ad aver apportato alcuni miglioramenti, rischia, con l’attuale formulazione dell’art. 10, di ingessare le attività e gli investimenti nelle cosiddette Zone A – Centri Storici delle Città. In genere la zona A del piano regolatore è un’area ragionevole che, in linea con l’attuale testo dell’art. 10 del Dl Semplificazione, protegge il cuore storico e antico delle città. Non è però così dappertutto, per esempio a Roma dove la Zona A non comprende il solo centro storico, che anzi ne costituisce solo un settimo. E lo stesso avviene in molte altre città italiane. In particolare la zona A di Roma parte dal Tiburtino e arriva sino a Valle Aurelia, alla Cassia e all’Eur, per un totale di quasi 7.000 ettari. Ebbene, in tutte queste aree di fatto non si può operare. Questo perché è quasi impossibile ristrutturare edifici esistenti (adeguandoli alle regole tecniche nel rispetto delle migliori esperienze energetico-ambientali) senza modificarne l’assetto originario quanto meno nei piani, nei fori, nella sagoma e così via: basti pensare al rispetto dei parametri areoilluminanti dei locali, anche alla luce delle strategie di Green Procurement e di Green Public Procurement, con particolare riferimento ai Cam (criteri ambientali minimi).
Tutti gli operatori della filiera del real estate sono quindi d’accordo nel dire che occorrono interlocuzioni con il Governo per rivedere l’art. 10 sulla rigenerazione. La strada maestra potrebbe essere inserire nella Manovra la mappatura degli immobili nelle Zone A per poter individuare gli immobili su cui intervenire per metterli in sicurezza e renderli più efficienti e funzionali, in armonia con le nuove esigenze dell’abitare. Altra strada parallela potrebbe essere quella di intervenire sugli attuali disegni di legge in discussione in Parlamento in materia di rigenerazione urbana.
La revisione dell’art. 10 del Dl Semplificazioni e i temi della messa in sicurezza degli immobili e dei relativi impianti secondo criteri di sostenibilità energetico-ambientale sono contenuti nell’ordine del giorno approvato dal Parlamento con il parere favorevole del Governo e il supporto tecnico di Filiera Immobiliare. Lo stesso vale per quanto attiene la manutenzione degli strumenti finanziari immobiliari alla luce delle buone pratiche normative già adottate in altri Paesi, così come approfondite nel corso dei think tank Re Mind e portate avanti dal presidente Crisafi. (riproduzione riservata)