Francesca Federzoni al Think Tank Build in Italy – L’Italia che Abiteremo del 22 Aprile 2024


Francesca Federzoni Ceo Politecnica e Vicepresidente Oice al Think Tank Build in Italy – L’Italia che Abiteremo del 22 Aprile 2024 ha così dichiarato: “Grazie a Remind e a Paolo Crisafi per questo interessante incontro sull’Italia che abiteremo. Vengo in fondo a una serie di interventi molto stimolanti, la mia missione è non ripetere quello che è stato già detto, perché in effetti, ho la fortuna in questo contesto di condividere tutto quello che ho sentito, che non so se è un bene o un male, o non sono stata attenta oppure di essere d’accordo sui contenuti. Sì, in questo momento per gli stimoli che ho avuto, oltre che come impresa mi piacerebbe fare l’intervento anche come Oice. Oice è la associazione aderente a Confindustria che rappresenta le società di progettazione che esercitano la professione di ingegneri e architetti in modo associato. Lo sottolineo perché è venuto fuori da molti interventi come la complessità dei progetti, si parlava all’inizio di progetti molto complessi, ad esempio per il valore economico, la complessità della rigenerazione perché la rigenerazione è la necessità di mettere attorno a un tavolo una pluralità di competenze, di creare una filiera collaborativa che a volte è un po’ un ossimoro, in Italia specialmente perché quando si mettono attorno allo stesso tavolo la Pubblica Amministrazione, gli imprenditori edili, i progettisti, quindi già avere un approccio alla professione in modo integrato credo che aiuti.

In un momento come questo, che devo dire è molto stimolante per ingegneri e architetti, perché veniamo da anni in cui la domanda di ingegneria e architettura era superiore all’offerta, mai visto subito a vale di una grossa crisi del mondo delle costruzioni e dell’immobiliare intorno al 2010. Ecco in un momento in cui ci siamo potuti rafforzare anche economicamente, grazie alla domanda del nostro paese, grazie alla domanda di committenti, penso al Demanio, penso all’Inail, oggi presenti, che ancorché dotati di una struttura di progettazione interna, hanno avuto tutti la lungimiranza di utilizzarla per le grandi pianificazioni, e quindi comunque andare verso l’esterno ad acquistare competenza delle società private, proprio per affrontare questo tipo di complessità.

Ecco, in questo momento la rigenerazione credo che possa tornare ad avere un forte protagonismo del progetto, quest’ultimo che culturalmente vedo fatto da architetti e ingegneri, ma sicuramente con la collaborazione di sociologi, di economisti, e a volte è proprio il ruolo principale, ancorché spesso i soldi li mettano altri, quindi non voglio allargarmi troppo, però il ruolo principale di ideare nuovamente questi spazi.

L’ideazione degli spazi, con questa pluralità di competenze, è il cuore del successo delle vere rigenerazioni urbane, anche delle riqualificazioni urbane, però delle vere rigenerazioni, anche perché rigeneri, innanzitutto quando attrai e rendi attrattiva la città e il quartiere, quindi porti i giovani, perché se si vuole fare innovazione, adesso guardo la professoressa mia omonima, perché credo che abbia fatto un intervento per me molto stimolante, quando attiri i giovani, i giovani innovano. Oltretutto c’è anche un tema che fortunatamente, perché a volte qua farò una gaffe ma a volte, l’imprenditoria edile non è proprio la più innovativa, e quindi per riuscire a scardinare certi processi storici di costruzione si fa molta fatica, però oggi sono la finanza e i soldi che premiano l’innovazione, sono i soldi che premiano gli ESG, quindi l’attenzione all’ambiente, al sociale, a una buona governance, che valutano il rischio in funzione in queste tematiche, quindi siamo portati ad innovare proprio perché anche chi ci dà i soldi, ci premia in questa direzione.

Quindi siamo in un contesto miracolato, facendo bene il nostro mestiere, credo che possiamo fare veramente delle cose importanti, se riusciremo anche a dare, e qui la nuova legge sulla rigenerazione che veramente aspettiamo, potrà creare un importante cornice generale all’interno poi della quale, data anche la particolarità del territorio nazionale nostro, ogni regione dovrà mettere delle particolarità legate al contesto. Se noi riusciremo a dare un valore economico anche a quell’aspetto di rigenerazione sociale del territorio che deve essere valorizzato e può essere misurato banalmente, mi riconduco anche al prefetto, inizialmente non so, si misura la diminuzione dei reati, ci si inventa qualcosa per misurarlo, si riesce ad avere quindi una possibilità anche di risorse pubbliche, pubblico-privato, a volte proprio perché il pubblico può dare un valore a un elemento che il privato non può monetizzare, credo che sia un’opportunità per l’Italia e per le nostre professioni, in un modo faticosamente collaborativo, di poter finalmente affrontare delle tematiche molto complicate, ma che devo dire a noi Italiani non hanno mai spaventato”.