Sport Cultura e Valori per il Futuro dell’Italia – Agenpress

AgenPress. Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni ha inaugurato i lavori del Think Tank Futuro Italia Remind, presieduta da Paolo Crisafi, in collaborazione con il Parlamento Europeo Ufficio Italia, diretto da Carlo Corazza, in cui gli esponenti delle Istituzioni Europee, Nazionali e Locali insieme alle buone pratiche dei Settori Produttivi dell’Immobiliare allargato (30 % del Pil) si sono riuniti per discutere e analizzare le sfide da affrontare e le opportunità da cogliere per garantire un futuro migliore alla nostra Nazione.

 

Giorgia Meloni Presidente del Consiglio dei Ministri

Hanno alimentato i lavori gli esponenti dei settori produttivi dell’Immobiliare allargato; in particolare sono intervenuti:

Paolo Crisafi Presidente Nazionale Remind Associazione del Comparto Immobiliare Allargato: “L’Immobiliare allargato è un’opportunità per l’Italia ed è una leva trainante per il presente e il futuro della nostra Nazione che si prospetta in una dimensione di rinnovata fiducia dopo la pausa della pandemia che abbiamo alle spalle e sulla scia dei risultati conseguiti in questi mesi, grazie ad un dialogo proattivo tra Pubblico e Privato, pur in contesti di difficoltà straordinarie come la guerra in Ucraina e le recenti alluvioni. Remind afferma la necessità di recepire questa spinta verso la ripresa confermata dalla positiva evoluzione degli indicatori economici e da un rinnovato slancio delle nostre imprese impegnate, tra l’altro, a portare il Made in Italy in Europa e nel Mondo.

Paolo Crisafi Presidente Nazionale Remind

Una sinergia tra il Governo a guida del Presidente Giorgia Meloni, le Istituzioni Europee, Nazionali e Locali e le imprese e i professionisti, tra soggetti pubblici e privati, uniti per la ripresa economica che vede nel comparto immobiliare allargato un anello fondamentale. La catena del valore dell’Immobiliare allargato rappresenta la somma di tutte le arti, scienze, tecnologie e professioni, insieme alle buone pratiche da esse espresse, nei diversi settori produttivi tra loro collegati nella Filiera Immobiliare. Remind è integrativa delle realtà già presenti e valorizza interessi specifici di singoli attori in una unica visione di sistema”.

Carlo Corazza Direttore Parlamento Europeo Ufficio Italia: “Ringrazio Paolo Crisafi Presidente di Remind per questa iniziativa che sono felice di fare insieme come Ufficio per l’Italia del Parlamento Europeo. Ringrazio il presidente del Consiglio Giorgia Meloni per il messaggio di saluto rivolto a Futuro Italia Remind e le autorità e gli esponenti del Pubblico e del Provato che intervengono oggi.

Come ha sottolineato il Vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, l’essenza dell’Europa non siamo noi funzionari, ma sono gli eletti, cioè quelli che prendono decisioni politiche sulla base delle elezioni. Le prossime ci saranno il 6 e il 9 giugno 2024 e le nuove maggioranze in Parlamento sosterranno una nuova Commissione che quindi avrà in qualche modo un rapporto di fiducia con il nuovo Parlamento. Poi l’altra Camera quella fatta dai ministri dei 27 Stati deciderà. Qui siamo nella sede di Esperienza Europa dedicata a David Sassoli in cui, ogni giorno, vengono delle scuole a simulare come funziona la codecisione. Una simulazione in cui ragazzi che si confrontano con il Parlamento e con la Commissione, discutono con il Consiglio e poi alla fine, divisi in gruppi politici, approvano la legislazione europea.

Paolo Crisafi e Carlo Corazza

Tutto quello che alla fine viene approvato di questa Europa, che a volte vediamo come una matrigna, sono cose che vengono fuori dalla democrazia europea e sono il frutto dell’elezione che facciamo ogni cinque anni. L’altro giorno ho avuto l’onore di essere invitato alla Festa della Repubblica e, dopo l’inno Nazionale, c’era anche l’inno Europeo proprio perché l’Europa è una cornice naturale che, come sottolineava il Vicepresidente Gasparri, è un mondo in cui noi esercitiamo una parte della nostra sovranità. Potremmo avere una sovranità sull’ambiente, sulla lotta ai cambiamenti climatici, sull’energia o sull’agricoltura se non avessimo questa cornice europea che ci consente di esercitarla? Negoziando, discutendo, arrabbiandoci, litigando, ma poi alla fine trovando la sintesi europea che è in linea, non solo con l’interesse generale europeo, ma anche con il nostro interesse nazionale. Il vero punto qual è? Il punto è che in Europa non bisogna giocare in difesa, ma giocare in attacco. L’Europa per fortuna è un dato di fatto, una realtà naturale in cui noi siamo immersi e in cui bisogna presenziare da attori. Un buon esempio è il Partito Popolare europeo che è sempre stato nel cuore del processo decisionale.  I parlamentari italiani quando sono inseriti in gruppi che contano difendono ancora meglio il nostro interesse Nazionale nel quadro Europeo. Per giocare da protagonisti bisogna fare delle scelte europee, cioè non mettersi all’angolo a criticare, specialmente quando si è al Governo, ma cercare di stare laddove si decide per influire sulla decisione. Chiudo ricordando quelle che sono le vere sfide delle prossime elezioni.

Le autorità presenti e i settori produttivi dell’Immobiliare allargato hanno ricordato alcune decisioni sulla nuova direttiva sull’efficienza energetica degli edifici che toglie la gratuità delle quote dello scambio di emissione; il meccanismo di compensazione in carbonio alla frontiera; tante cose che incidono sulla nostra industria ed è chiaro che ci sono due scuole di pensiero: chi pensa che il Green Deal abbia bisogno di un’industria europea protagonista che deve rafforzare la nostra base manifatturiera; e chi invece ha un approccio più ideologico e pensa che forse tanto vale spingere l’industria produrre in India o in Cina perché così facciamo contente le ONG. La mia posizione è chiara e penso sia la stessa della grande maggioranza dei Parlamentari Europei. È legittimo pensare che uscire dall’auto a combustione nel 2035 abbia dei rischi molto seri per l’industria Europea. Come è legittimo pensare che ci voglia più gradualità per salire di classe di efficienza energetica degli edifici, il cui Trilogo inizierà nei prossimi giorni, e via dicendo. È un dibattito politico e credo che sarà al cuore della prossima campagna elettorale. Chiudo con un’ultima notazione. È chiaro che l’Europa è fatta di alleanze e i grandi Stati fondatori di solito si muovono abbastanza in armonia. Quindi va benissimo cercare di far rientrare nel gioco anche i Paesi della cosiddetta nuova Europa, i Paesi dell’Europa centro-orientale però tenendo conto di un punto fondamentale: il codice genetico dell’Unione Europea non è l’euro, non è il mercato interno, ma l’articolo due, dove sono i diritti fondamentali.”

Mons. Francesco Pesce Rettore San Gregorio N. presso la Camera dei Deputati: “Partecipo volentieri al think Tank Futuro Italia Remind apprezzandone i contenuti e salutando il Presidente Paolo Crisafi, le autorità, gli imprenditori e i manager partecipanti a questa importante momento di confronto sullo sviluppo e la messa in sicurezza. Chi è che rischia di rimanere fuori dallo Sviluppo e dalla Sicurezza? Come sempre sono i Poveri. I Poveri muoiono sempre prima. Ma chi sono i poveri oggi? Ci sono tantissime risposte: c’è una povertà morale, una povertà spirituale, quella materiale. Il Vangelo ha una risposta che mi ha sempre tanto colpito. Il Vangelo dice così “I poveri li avrete sempre con voi”. I poveri sono quelli che abbiamo sempre con noi. Da un’altra parte della Scrittura si dice che “i poveri sono una spada a doppio taglio che penetra fino alle giunture delle midolla e scruta i pensieri di molti cuori”. Potremmo dire per analogia scuote pensieri di tanti piani di sviluppo, scuote i pensieri di tanti parlamenti, scruta i pensieri pubblici e privati. Poi vorrei mettere anche in evidenza un altro aspetto, una piccola differenza storica. Ecco, ieri i poveri erano quelli che nascevano poveri, vivevano poveri e morivano poveri. Anche la natura sembrava disprezzarli. Si viveva in tempi dove c’era una guerra costante, era quasi una condizione naturale.

Mons. Francesco Pesce, Rettore San Gregorio N presso la Camera dei Deputati

Oggi non è più così. Oggi si diventa poveri. Pensate al nostro mondo urbanizzato che noi vorremmo migliorare; pensate alla solitudine di queste grandi megalopoli; pensate alla solitudine degli anziani che non si ritrovano in questi spazi. Pensate ad esempio come legami familiari che si rompono all’improvviso rendono magari povero un coniuge magari no. Oppure pensate anche al degrado architettonico delle nostre città, quando sono senza piazze, senza panchine, senza erba, senza fiori, a volte anche senza neanche il sole. Allora il cittadino diventa povero spiritualmente. Anche nella Chiesa abbiamo questa malattia del clericalismo, il Papa ne parla sempre, che crea una barriera tra gli uomini, addirittura una barriera sacra. Dico questo perché dobbiamo stare attenti a non escludere nessuno ognuno. Non soltanto per una questione morale, per questione costituzionale, una questione spirituale. Ma anche perché oggi i poveri, a differenza di ieri, si stanno ribellando ed hanno preso coscienza. C’è stato un profeta dei nostri tempi, che è stato un grande parroco e si chiamava don Primo Mazzolari aveva profetizzato la nuova coscienza dei poveri. Sentite che cosa ha scritto. Siamo nel primo dopoguerra però io lo trovo attualissimo. Lui diceva così: “io non ho mai contato i poveri perché i poveri non si possono contare, i poveri si abbracciano, non si contano. Eppure c’è chi tiene la statistica dei poveri e ne ha paura. Paura di una pazienza che si può anche stancare, paura di un silenzio che potrebbe diventare un urlo, paura di un lamento che potrebbe diventare un canto. Paura dei loro stracci che potrebbero diventare una bandiera, paura dei loro arnesi che potrebbero farsi barricata”. Questo sta già avvenendo. Chiediamo alla nostra coscienza, alle nostre competenze, al pubblico al privato, ma e anche al Signore di non escludere nessuno.

Oliviero Bettinelli Vice Direttore Ufficio Pastorale Sociale Diocesi di Roma: “Siamo abituati a lavorare molto su quelli che sono i segni dei tempi, ovvero l’attenzione alle problematiche che in qualche modo ci provocano. Quella dei segni dei tempi è una delle classiche manifestazioni attraverso la quale Papa Giovanni XXIII nella “Pacem in terris” ci ha detto che bisogna guardare a quello che sta succedendo;

è inutile che venano fatte tante considerazioni se poi queste considerazioni non vengono calate nella realtà. Chiaramente, rispetto a quello che ho sentito oggi con molto interesse a Futuro Italia Remind il mio osservatorio è un altro. Noi, come Ufficio della Pastorale Sociale ci muoviamo in altri in altri contesti. A me piace molto fotografare. Quando ho scoperto che la fotografia poi alla fine è una delle cose più false che ci possa essere, poiché a seconda della posizione, a seconda della luce, a seconda di quello che inquadri, qualsiasi cosa può essere vista in termini completamente diversi. La cosa interessante è che nessun termine è sbagliato, però possono esser diversi. Allora l’angolo dal quale io parto e l’angolo dei contesti che frequentiamo tutti i giorni, le parrocchie, i giovani, gli anziani, la realtà che in qualche modo ci sollecita. Riguardo al titolo del panel “problematiche economiche sociali e ambientali” vorrei focalizzarmi su 2 o 3 cose partendo da un presupposto che è stato toccato più volte oggi: tutte queste problematiche di cui noi parliamo non sono tutte una calamità naturale. Alcune sì, altre sono scelte ben precise che sono state fatte o non sono state fatte. Altre poi derivano da visioni che forse abbiamo avuto e che probabilmente si sono rivelate sbagliate. Altre ancora arrivano da incuria, da mancanza di progettualità. Non c’è niente o quasi niente di casuale in quello di cui stiamo parlando. Il tema del lavoro è stato affrontato molto chiaramente prima. Abbiamo adesso quasi il 12% dei lavoratori che sono poveri, cioè lavorano ma sono poveri perché il loro stipendio non gli permette di fare progetti. Mi riferisco ai classici lavori poveri: i ragazzi che portano la pizza, scaffalisti, ovvero tutte queste realtà che in qualche modo devono sopravvivere e lo fanno attraverso questi lavori. Sono dei lavori che ti permettono di sopravvivere, ma ripeto il 12% di questa fascia lavorativa sta al livello della soglia povertà. Noi riteniamo che uno stipendio di circa 1100 1.200€ sia uno stipendio basso. Dai 1200 ai 2000 medio, oltre il 2000 parliamo di uno stipendio che ti permette di vivere. È possibile all’interno di questa visione di sviluppo sostenibile e di messa in sicurezza della Nazione partire dalla gente, partire dai poveri.

Oliviero Bettinelli Vice Direttore Ufficio Pastorale Sociale Diocesi di Roma

Noi a Roma abbiamo un dormitorio della Caritas, di cui ogni tanto se ne parla, che ospita 200 persone. Sapete quante sono le persone che vivono per strada a Roma? Sono oltre 20.000. Abbiamo 20.000 persone senza fissa dimora che girano in questa città. Allora, probabilmente, se non abbiamo la consapevolezza che lo sviluppo e la messa in sicurezza parte anche dalla necessità di dare alle persone dignità, rischiamo di fare un corto circuito. Ossia rischiamo di mettere in moto dei processi altamente interessanti, di sicuro compatibile con quelle che sono in questo momento le politiche economiche con le quali ci dobbiamo confrontare, ma se non teniamo conto del rapporto che tutto questo ha con le persone noi rischiamo di far scoppiare un bubbone estremamente pericoloso da un punto di vista sociale. La gente ha bisogno di lavoro adesso, e che il progetto del Pnrr porti lavoro. Ha bisogno di giustizia sociale adesso, ha bisogno di una sanità adesso. Allora questa capacità che ha Remind di mettere a regime una visione ampia e, allo stesso tempo, una concretezza che dia alle persone le risposte può diventare un’opportunità. Allora questo è un tema: il tentativo di mettere in qualche modo all’interno di questo processo la necessità di dare al lavoro povero, allo spazio per poter essere garantito, sostenibile e possibile per quanto riguarda la dignità delle persone. Da un punto di vista sociale, credo che dobbiamo attivare un processo di partecipazione più attivo. Io credo che da un punto di vista manageriale, da un punto di vista progettuale, il coinvolgimento delle persone in uno spazio democratico di confronto con tutti i problemi che questo può comportare. È nel territorio che lo sviluppo può diventare sostenibile altrimenti, come diceva Gino Strada, diventa uno sviluppo per pochi. Quando i diritti diventano solo per qualcuno, si trasformano in privilegi. Da un punto di vista sociale io credo che il tentativo di ascoltare ciò che il territorio esprime per noi può diventare un’opportunità. La sicurezza delle persone che abitano una nazione è importante.  No ma La messa in sicurezza deve dare alle persone la possibilità di sentirsi a loro agio, di sentirsi a casa, di sentirsi responsabili, di sentirsi coinvolte; di sentirsi parte di questo processo e penso che questo sia una cosa su cui dobbiamo lavorare. Un terzo aspetto, da un punto di vista politico, è auspicabile che si viva sempre più la politica come servizio e non come potere. È auspicabile che ci sia la percezione da parte della gente di sapere che chi viene eletto è al tuo servizio. Questi tre aspetti, del lavoro, della politica come servizio e della partecipazione all’interno del contesto sociale sono le voci che giungono al mio osservatorio e che voglio consegnarvi. Credo che una Nazione possa diventare una realtà capace di sostenibilità e di sicurezza nel momento in cui mette al centro tutti coloro che abitano quel territorio. E questo in adesione a quanto dice Remind di mettere al centro le persone dove vivono, operano e transitano.”

Giovanni Malagò Presidente del Coni: “Saluto Paolo Crisafi Presidente Remind e tutti i partecipanti di Futuro Italia in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente. Oramai questo è un tema che ci coinvolge e ci appartiene, ci travolge, nel senso proprio dei fatti, ma anche dell’attualità dell’importanza che l’opinione pubblica mette al primo posto, all’ordine del giorno delle varie problematiche. Ancora di più accentuato dai fatti recenti dell’Emilia Romagna.

Giovanni Malagò Presidente Coni

È giusto che ci sia un partner così importante, trasversale. Le istituzioni si devono occupare e serve sicuramente qualcosa di diverso, una svolta. Noi nello sport siamo legati a filo doppio con tutto questo, perché la pratica in massima parte si svolge dove ci sono problemi ambientali. Basta pensare a quello che succede nei mari, nelle montagne, nei ghiacciai, nei luoghi – ad esempio – dove stiamo organizzando a Milano Cortina 2026. Quindi complimenti a Remind e all’Ufficio Italia del Parlamento Europeo insieme a tutti i partecipanti che hanno voluto sostenere questa iniziativa. Futuro Italia: da qui passa la scommessa non solo nostra ma del nostro Paese per le nuove generazioni.”

Lodovico Mazzolin Direttore Generale Istituto Credito Sportivo: “Presento nel contesto Futuro Italia Remind l’Istituto per il Credito Sportivo che è una Banca Sociale per lo Sviluppo sostenibile dello Sport e della Cultura. Grazie all’esperienza consolidata in oltre sessant’anni di attività, la banca ha contribuito alla realizzazione e riqualificazione di più di 42.000 strutture in Italia. L’Istituto ha una duplice anima: 1) Soggetto bancario che eroga finanziamenti per attività di sviluppo infrastrutturale e circolante. Dal 2016 la banca ha erogato oltre 2,1 miliardi di euro, di cui circa 1,1 a beneficio degli Enti Territoriali. 2) Gestore di fondi pubblici atti a stimolare la realizzazione di opere pubbliche nei settori sportivi e culturali.

Oliviero Bettinelli Vice Direttore Ufficio Pastorale Sociale Diocesi di Roma

Lo Sport e la Cultura rivestono un ruolo centrale nella nostra società, sia come elementi costituenti che come forme di espressione dirette della società stessa. Ne raccontano da sempre l’evoluzione e spesso ne accelerano il cambiamento. Davanti alle grandi sfide, sociali e ambientali, che la società del XXI secolo è chiamata ad affrontare, lo Sport e la Cultura potranno giocare un ruolo chiave per favorire la transizione sostenibile ed equa delle nostre comunità. In questo contesto, che vede anche un cambiamento progressivo del ruolo dell’impresa, a cui viene richiesto un contributo positivo in termini di innovazione sostenibile, la finanza gioca un ruolo chiave nel determinare il successo della transizione delle imprese e del Paese. L’attivazione di circoli virtuosi tra capitali pubblici e privati può costituire una delle leve per accelerare il percorso verso una transizione sostenibile dell’economia nazionale. Lo strumento del PPP, dispositivo d’elezione per le partnership pubblico-private, si pone come mezzo per attivare cantieri strategici in aree aventi sensibili e significativi impatti sociali. L’Istituto per il Credito Sportivo, con la sua duplice anima di banca finanziatrice e collettore di risorse pubbliche, è un agente strategico per il sistema Paese per convogliare capitali pubblici e privati verso attività socialmente desiderabili. Raccogliendo capitali privati sui mercati attraverso framework obbligazionari ESG, la banca può riversare le proprie risorse e quelle pubbliche in dotazione verso opere generative di rilevanti impatti sociali che possono essere misurati e apprezzati attraverso la metrica SROI. Un circolo virtuoso e vincente per l’attivazione di opere pubbliche essenziali per la transizione sostenibile della Nazione. Sulla base di queste esperienze e competenze alimento la task force Remind.”

Concetta Galotto Docente a.c. Università degli Studi – Salerno: “Sono un legale e provengo dal mondo dell’università, un corso di studi sul diritto romano. E desidero dare una visione da questa angolazione delle tematiche della sostenibilità all’interno di Futuro Italia Remind. Ci siamo affacciati, con gli studenti, in quelle che erano già all’epoca romana le problematiche della tutela dell’ambiente.

Nella Roma antica, nel III secolo, ci fu un grande fenomeno di crescita della popolazione e pertanto ci fu una grande urgenza di trovare nuovi spazi abitativi. A tal proposito furono avviate iniziative di deforestazione, ma con il disboscamento si ebbero i primi fenomeni ideologici. Le problematiche più importanti sono avvenute anche successivamente con le lavorazioni degli artigiani, i quali, non avendo ancora contezza del grave disagio che avrebbero apportato, riversavano direttamente le acque dei lavaggi delle forme di produzione direttamente nel fiume Tevere. Sorsero quindi anche le prime problematiche per la salute delle acque. Quindi praticamente Roma andò incontro a quello che fu un modello di urbanizzazione e questo modello portò all’attenzione degli antichi romani la necessità di intervenire per tutelare il territorio. Oggi si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente, istituita nel 1972 nella Conferenza di Stoccolma. Solo due anni dopo si sviluppò il primo tema molto forte “una sola terra”.

Concetta Galotto, Docente a.c. Università degli Studi – Salerno

Queste due parole ci dicono praticamente tutto. Dobbiamo stare veramente attenti e preservarla, perché è come la vita, la terra è una. Solo cercando di tutelarla e di preservarla possiamo preservare anche noi stessi.  E poi volevo dirvi, a gran voce, che la storia mondiale ci parla di una grande dilapidazione di quello che è il patrimonio naturale. Purtroppo le ultime catastrofi nel mondo ci dicono che abbiamo avuto dei danni economici pari più o meno a 270 milioni di dollari solo nel 2021. Chiudo dicendo che la natura non è solo un incredibile scrigno di bellezza, ma è anche un patrimonio economico. La strada da percorrere sembrerebbe dunque tracciata e la Giornata Mondiale dell’Ambiente ha lo scopo di illuminare il percorso. Da più parti, però, nonostante il tempo a disposizione sia notevolmente e progressivamente ridotto, con l’impegno di tutti possiamo farcela. Soprattutto possiamo farcela ad arrivare al nostro primo traguardo. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile che rappresenta una delle sfide più ambiziose del terzo millennio. Rendere il pianeta una casa accogliente, una casa prospera, una casa pacifica per l’uomo e per gli altri esseri viventi e ciò in linea con i valori portati avanti da Remind.