Think tank ‘valore della pace: Pubblico e Privato insieme per la sicurezza della Nazione’ – Andkronos

26 settembre 2023

Si è tenuto a Roma il Think Tank Remind “Il Valore della Pace“, una giornata di riflessione e che ha visto la partecipazione di istituzioni ed autorevoli esponenti provenienti da diversi settori dell’economia italiana con lo scopo di affermare, ancora una volta, l’indispensabilità della pace come valore assoluto secondo ogni punto di vista: economico, sociale, culturale e civile. Esperienze, visioni e progetti volti a promuovere la Pace, non solo come assenza di conflitto armato, ma anche come fondamento di una società giusta, equa e prospera.
L’iniziativa, inoltre, è stata aperta dai messaggi del Santo Padre Papa Francesco e del Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni i quali, rivolgendosi a Paolo Crisafi Presidente di Remind e coordinatore del simposio, hanno ribadito la necessità di costruire la pace a partire da ciò che quotidianamente consideriamo come “buone pratiche”, ossia l’operato di tutti coloro che portano avanti con impegno e responsabilità le proprie attività spinti da un sincero atteggiamento di pace. Un atteggiamento che deve permeare l’operato di tutti, ma soprattutto di coloro che si occupano di difesa e sicurezza.

In tale ambito, all’interno della sezione “Sicurezza, Difesa e Diplomazia, è intervenuto Giulio Gravina Direttore sicurezza privata Remind e cofondatore del gruppo Italpol affermando: “Remind applica i concetti di sicurezza sussidiaria e urbana all’immobiliare allargato e nel mio ruolo di co-fondatore del Gruppo Italpol, uno dei maggiori player nel settore della sicurezza privata in Italia, e di Direttore sicurezza privata Remind mi faccio promotore della tutela e del benessere delle persone dove vivono, transitano e operano. In questa visione, i servizi di sicurezza privata fanno certamente parte del concetto di immobiliare allargato, e la Sezione sicurezza di Remind ha il compito di rappresentarli in una modalità orizzontale di filiera. I servizi di sicurezza privata sono a pieno titolo contemplati dalla normativa nazionale che pone disposizioni riguardo la sicurezza partecipata ed urbana. Il decreto legge n. 14 del 2017 convertito in legge ha introdotto la definizione di sicurezza urbana definendola come il bene pubblico relativo alla viabilità e al decoro delle città, da perseguire anche con il contributo congiunto degli enti territoriali attraverso una serie d’interventi come la riqualificazione e recupero delle aree/siti più degradati; l’eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale; la prevenzione della criminalità, in particolare di tipo predatorio; la promozione del rispetto della legalità; più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile.

La stessa normativa (art. 7 del DL n. 14/2017) contempla iniziative che mirano alla realizzazione di forme di partenariato, non solo tra soggetti istituzionali, ma anche tra il “pubblico” e il “privato”, riconoscendo un ruolo agli istituti di vigilanza privata. Infatti la norma prevede (comma 1 bis – art. 7 del DL n. 14/2017) che i patti per la sicurezza urbana possano contemplare anche l’avvio di progetti concernenti la messa in opera a carico di privati (enti gestori dell’edilizia residenziale, amministratori di condomini, imprese dotate di almeno dieci impianti, associazioni di categoria, consorzi o comitati costituiti tra imprese, professionisti o residenti) di sistemi di sorveglianza tecnologicamente avanzati, dotati di software di analisi video per il monitoraggio attivo con invio di allarmi automatici a centrali delle forze di polizia o di istituti di vigilanza privata convenzionati. Il legislatore al momento non ha ancora dato seguito a quanto disposto dal comma 1-bis dell’art. 7 del DL n. 14/2017, e pertanto le potenzialità della norma a favore del settore sono rimaste al momento inespresse. Definire i contorni del ruolo della vigilanza privata nell’ambito della sicurezza urbana può consentire anche l’individuazione di forme d’intervento sussidiario della vigilanza privata rispetto all’attività della polizia municipale.

La definizione di sicurezza sussidiaria è già stata introdotta nel nostro ordinamento nel 2005. Da allora gli Istituti di vigilanza privata partecipano attivamente alla messa in sicurezza dei luoghi di transito (Porti, Stazioni Ferroviarie, Metropolitane, ecc.), svolgendo quei servizi di sicurezza per i quali non è richiesto l’esercizio di pubbliche potestà o l’impiego delle forze di polizia. Questo schema potrebbe essere riprodotto su altri ambiti come la sicurezza urbana. Di fatto ci sono già prime esperienze in questo senso, cito il caso della Regione Friuli Venezia Giulia che, nel rispetto della normativa statale, riconosce, attraverso una legge regionale, agli enti locali la possibilità di avvalersi del personale degli istituti di vigilanza privata, per svolgere attività sussidiaria aggiuntiva e non sostitutiva a quella ordinariamente svolte dalla polizia locale, finalizzata al miglioramento della percezione di sicurezza della cittadinanza attivando i soggetti a vario titolo competenti nei casi di emergenza. Proprio il Comune di Lignano Sabbiadoro ha recepito l’opportunità della norma regionale avviando per il periodo estivo 2023 una collaborazione operativa tra Polizia Locale e Guardie giurate. Menziono poi il recente caso del comune di Caivano e l’importanza dell’avvio di progetti di rigenerazione urbana in ogni parte della Nazione comprese le periferie più degradate (o le “Caivano d’Italia”, come definite dal Governo).

La vigilanza privata può certamente agire in maniera sinergica con le Forze dell’Ordine e le Polizie locali, contribuire ad elevare la percezione di sicurezza nelle aree degradate dando un sostegno attivo alle politiche di rigenerazione urbana dei territori isolati e periferici. Un ulteriore contesto dove la vigilanza privata può dare il suo contributo, in un’ottica di sicurezza urbana, è quello della sorveglianza dei Centri per il rimpatrio, argomento oggetto delle politiche di contrato all’immigrazione illegale, tematica portata in queste ore per la prima volta all’attenzione del’ONU, dal Presidente Meloni. Proprio l’ultimo Consiglio dei Ministri ha previsto l’approvazione di un piano per la costruzione, da parte del Genio militare, di ulteriori centri per il rimpatrio, da realizzare in zone scarsamente popolate e facilmente sorvegliabili.

La vigilanza privata è pronta a fare la sua parte sempre in una logica di partnership pubblico-privato.”.