I punti del Piano di Rilancio e le raccomandazioni UE, di Paolo Crisafi
Roma, 9 luglio 2020. Il Piano di Rilancio del Governo si basa su un’ampia ed equilibrata analisi dei punti di forza e dei ritardi del Paese nel contesto della crisi senza precedenti causata dalla pandemia. Il Piano di Rilancio tiene altresì conto delle Raccomandazioni formulate nel 2019 dal Consiglio Europeo.
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Di seguito i punti più rilevanti.
a. Semplificazione amministrativa e sblocco delle opere pubbliche.
Il primo passo per attuare il Piano di Rilancio consisterà nella semplificazione delle procedure amministrative e della pianificazione e autorizzazione dei lavori pubblici. Tra le semplificazioni si interverrà con misure di natura congiunturale e strutturale per semplificare e rendere più agile la disciplina che regola gli appalti pubblici onde migliorare la qualità della progettazione e degli appalti pubblici, nonché la capacità delle stazioni appaltanti che potrebbero disporre di maggiore flessibilità, anche in linea con la disciplina europea.
Parallelamente alla semplificazione amministrativa e allo sblocco dei lavori pubblici, il Governo redigerà il Programma di Ripresa e Resilienza (Recovery Plan) da presentare alla Commissione. Nella sua proposta di regolamento, la Commissione ha fissato una scadenza per la consegna dei recovery plan dei Paesi Membri ad aprile 2021, quando verranno presentati i nuovi Programmi Nazionali di Riforma. Il Governo, attesa l’importanza del nuovo strumento per l’economia italiana, intende pubblicare il proprio Recovery Plan già in settembre, congiuntamente alla Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF), e di inoltrarlo successivamente alla Commissione Europea alla scadenza di metà ottobre per il Documento Programmatico di Bilancio.
L’obiettivo prioritario del Recovery Plan sarà di incrementare fortemente gli investimenti pubblici.
b. Riforma fiscale.
La riforma fiscale sarà un altro importante capitolo del programma di rilancio.
Il cuneo fiscale sul lavoro è troppo elevato e nel tempo si sono accumulate disparità di trattamento delle diverse fonti di reddito. Inoltre, il sistema fiscale è eccessivamente complesso e rappresenta un significativo onere burocratico per i privati e le imprese. Si punterà ad una riforma tributaria che migliori l’equità e l’efficienza e sia coerente con il principio di progressività sancito dalla Costituzione, riducendo le aliquote effettive sui redditi da lavoro e aumentando al contempo la propensione delle imprese ad investire e a creare reddito e occupazione.
La fiscalità dovrà anche essere coerente con gli obiettivi ambientali e sociali a livello nazionale e comunitario. Inoltre, l’Italia sosterrà con fermezza gli sforzi di armonizzazione fiscale, di contrasto a forme di concorrenza fiscale sleale e di equa imposizione sui profitti dei giganti del web. Verrà rafforzato il contrasto all’evasione fiscale, promuovendo l’uso dei pagamenti digitali e migliorando ulteriormente le risorse tecnologiche, organizzative e umane delle agenzie fiscali e delle autorità di controllo.
c.Rientro dall’elevato debito pubblico.
L’elevato debito pubblico dell’Italia rappresenta un freno alla crescita dell’economia oltre che un pesante fardello per la finanza pubblica. Il Programma di Rilancio sarà pertanto accompagnato da un aggiornamento del Programma di Stabilità che presenterà non solo nuove proiezioni fino al 2023, ma anche un piano di rientro del rapporto debito/PIL su un orizzonte decennale. Nella convinzione che nell’immediato sia necessario sostenere la ripresa dell’economia, la politica di bilancio punterà in primis al rilancio della crescita e poi, su un orizzonte di medio termine, ad una gestione prudente della finanza pubblica che preservi il miglioramento ciclico dei saldi di bilancio e li rafforzi con opportune misure, guidandoli verso l’Obiettivo di Medio Termine.
Il contrasto all’evasione fiscale sarà perseguito continuando il rafforzamento delle agenzie fiscali e investendo ulteriormente in tecnologia e big data. L’utilizzo dei pagamenti digitali verrà promosso e incentivato. Infine, l’Italia rafforzerà la propria iniziativa di contrasto all’erosione delle basi imponibili nelle opportune sedi internazionali ed europee. Da una più equa imposizione sui giganti del web e dal contrasto dell’elusione fiscale attualmente consentita dai regimi impositivi di alcuni Paesi UE potrà derivare un miglioramento del gettito che sarà utilizzato per ridurre la pressione fiscale e il rapporto fra debito pubblico e PIL.
Quanto sopra va ad inserirsi nella considerazione che la Commissione Europea ha recentemente ribadito nel Country Report 2020 sull’Italia che le principali vulnerabilità del Paese risiedono nell’elevato debito pubblico e nella bassa crescita della produttività. Secondo l’analisi della Commissione, che è stata svolta prima del diffondersi del Covid-19 in Italia, il debito pubblico (pari al 134,8 per cento del PIL sia nel 2018 che nel 2019) rappresenta un rilevante squilibrio macroeconomico di medio-lungo termine. Nel breve periodo, non si intravvedono, invece, significativi rischi di sostenibilità.
Anche in conseguenza degli squilibri macroeconomici sopra descritti, a luglio 2019 il Consiglio Europeo ha fissato le raccomandazioni per l’Italia che riguardano quattro aree principali di azione:
• RACCOMANDAZIONE 1, che è collegata alla priorità AGS (Annual Growth Survey) della stabilità macroeconomica. Per quanto riguarda la politica di bilancio, si raccomanda di perseguire la riduzione del rapporto debito/PIL, la revisione della spesa pubblica e la riforma della tassazione, nonché di non invertire precedenti riforme in materia pensionistica e di ridurre la spesa pensionistica.
• RACCOMANDAZIONE 2, che si connette principalmente alle priorità AGS della produttività e dell’equità. Si raccomanda di proseguire: nel contrasto al lavoro sommerso e nel miglioramento delle politiche attive del lavoro, sia come sostegno alla ricerca di lavoro, sia come potenziamento del sistema di formazione; nel sostegno all’occupazione femminile e alla famiglia; nel miglioramento della qualità dell’istruzione con investimenti mirati, in particolare, al rafforzamento delle competenze digitali.
• RACCOMANDAZIONI 3 E 4, che si connettono alle priorità della sostenibilità ambientale, agli investimenti e alla crescita della produttività. Si raccomanda di proseguire negli sforzi per: l’aumento delle risorse per la ricerca, l’innovazione, la digitalizzazione e le infrastrutture, l’efficienza della Pubblica Amministrazione, la gestione delle aziende partecipate dalla PA, il funzionamento della giustizia e la promozione della concorrenza nel settore privato.
• RACCOMANDAZIONE 5, che si connette alla priorità della crescita della produttività, raccomanda di favorire la ristrutturazione dei bilanci delle banche e migliorare l’accesso delle imprese ai mercati finanziari.
Rileva, infine, che una politica di bilancio sostenibile rafforza la credibilità e contribuisce a ridurre il premio di rischio sul debito pubblico, creando margini di manovra per migliorare le infrastrutture, fornire sostegno ai più svantaggiati ed erogare servizi pubblici all’altezza delle aspettative. Allo stesso tempo, si deve attuare una decisa azione dal lato della tassazione. Il sistema fiscale italiano è connotato da un’elevata pressione fiscale oltre che da una tassazione più accentuata sul lavoro rispetto ai consumi. Su questo quadro pesa, inoltre, l’evasione e la complessità del sistema impositivo: garantire equità e prevedibilità del sistema risulta quindi essenziale.
Per raggiungere questi obiettivi si agirà su:
a. Una politica delle finanze pubbliche credibile e rigorosa che coniughi la flessibilità congiunturale necessaria a fronteggiare l’emergenza con un deciso percorso di riduzione del debito pubblico.
b. Revisione complessiva del sistema fiscale, per agire sulla struttura della tassazione e disegnare un fisco equo, improntato al principio di progressività, semplice e trasparente per i cittadini, che favorisca i ceti medi e le famiglie con figli.
c. Contrasto all’evasione, per migliorare l’equità del sistema impositivo e ridurre l’elevato onere a cui sono sottoposte le famiglie e le imprese che adempiono agli obblighi fiscali.
d. Valorizzazione del patrimonio pubblico, al fine di incentivare gli investimenti e la crescita economica e ridurre il debito pubblico.
e. Revisione della spesa pubblica, per liberare risorse necessarie alla riduzione del debito e riqualificare la spesa delle Amministrazioni pubbliche.
*Presidente Re Mind